Gli antimicrobici sono molecole usate per contrastare le infezioni causate da virus, batteri, funghi e parassiti. I ‘patogeni’ diventano resistenti quando sopravvivono e continuano a crescere nonostante la presenza del farmaco antimicrobico, causando così problemi severi per la salute dell’uomo e degli ecosistemi.
L’Antimicrobico-resistenza (AMR) è considerata dall' OMS una delle più gravi minacce di salute pubblica, da affrontare con un approccio integrato One Health che coinvolge la salute umana, animale e ambientale per ridurre la resistenza antimicrobica.
L'antibiotico-resistenza è un aspetto cruciale del fenomeno più ampio della resistenza antimicrobica (AMR), che riguarda tutti i microrganismi come batteri, virus, funghi e parassiti che diventano resistenti ai farmaci “progettati” per eliminarli o controllarli.
I dati sono allarmanti: una recente ricerca condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (GRAM) Project e pubblicata su The Lancet, stima che oltre 39 milioni di persone nel mondo potrebbero morire a causa di infezioni resistenti agli antibiotici entro il 2050. In Italia si registrano i livelli più elevati di resistenza riscontrata in Europa (200mila pazienti l’anno colpiti da batteri resistenti) con 11mila vittime.
L’Italia è il Paese che consuma la quota maggiore di antibiotici in Europa, inferiore solo alla Francia. Inoltre, il consumo di questi farmaci nel 2023 è aumentato (del 6,4%) nel nostro Paese nel 2023 rispetto all’anno precedente (Rapporto Osmed 2024).
In altre parole, quando i batteri o altri patogeni diventano resistenti agli antimicrobici (che comprendono anche gli antibiotici), trattare infezioni comuni diventa più difficile, se non impossibile. Questa resistenza si sviluppa in tutti i microrganismi che, per loro stessa natura, si evolvono in modo tale da non rispondere più ai farmaci che sono stati “progettati” per eliminarli, rendendoli inefficaci.
Il nostro consiglio è di non intraprendere mai una terapia antibiotica di propria iniziativa di fronte a sintomi influenzali ma di appelarsi sempre al proprio medico curante.
L’influenza è causata da virus, gli antibiotici combattono i batteri. Assumere quindi un antibiotico per curare l’influenza è un’azione errata e anche dannosa per la comunità, con particolare riferimento quando questo fenomeno coinvolge in modo significativo persone fragili, affette da malattie croniche e rare, che avendo un sistema immunitario compromesso o un quadro clinico già delicato sono più vulnerabili alle infezioni.
La loro condizione è ancora più a rischio in caso di infezioni da batteri resistenti, più difficili da trattare, al punto da compromettere la loro salute.
La vita è fragile, difendiamola.